| Era giunto il momento. Per giorni aveva rimandato l'inevitabile, nemmeno lui avrebbe saputo spiegarne razionalmente il motivo. Qualsiasi impegno, qualsiasi attività era stata presa come valida scusa per rimandare, ma iniziava da qualche tempo a risultare ridicolo anche agli occhi di se stesso. Appoggiò una mano al cancello, sperando che al tocco questo si aprisse, riconoscendo l'impronta magica. Vano. Le barriere magiche, un tempo forti ed efficaci, avevano consumato tutta l'energia a loro disponibile e non v'e ne rimasta più neppure una traccia. Lasciò scorrere per qualche istante sugli antichi giardini, la cui vegetazione, nutrita e mantenuta vitale da incantesimi di gestione incredibilmente efficaci, seppur di basso livello, cresceva rigogliosa e selvaggia, avendo perso da tempo ogni parvenza di ordine e divisione, quindi con un sospiro raccolse le forze e spostò il pesante cancello, aiutato dalla propria magia. Mentre si dirigeva con passo lento e meditabondo verso l'ingresso, per un istante, una perturbazione nella Trama lo fece trasalire. Qualcosa non quadrava. Quello non era il residuo di un antico incantesimo. Si accostò rapido alle mura e trasse un profondo respiro per concentrarsi sull'incantesimo di divinazione. Intrusi. Quelli che un tempo erano sacri luoghi di studio, dopo l'abbandono erano stati profanati. Non riusciva a carpirne i dettagli, ma qualcosa non andava. Ebbe un moto di rabbia nel comprendere cosa fosse successo a quella che era stata un tempo la sua casa, nel sondare con la Magia i primi interni del palazzo e vedere lo stato in cui versavano le stanze. La magia del luogo non si era prosciugata, era stata sfruttata per alimentare altri esperimenti, gli artefatti contenuti utilizzati come catalizzatori e nulla di ciò che era stato scoperto ed esaminato era stato condiviso con il resto della Comunità. Non si trattava di esperimenti banali, ma incantesimi complessi, non alla portata dei più inesperti, doveva stare attento. Il piano originario era di entrare nello studio di Leonatos e sfruttare i dispositivi di comunicazione dell'Arcimago per contattare i colleghi di un tempo, per tentare di riorganizzare la Congrega. Ora vi ci sarebbe dovuto infiltrare, sperando di non trovarsi in una situazione al di sopra delle proprie possibilità. Recitò alcuni incantesimi di protezione e iniziò a scivolare nei corridoi dell'Ingresso, oltrepassando i Golem, ormai disattivati, quando un rumore lo fece bloccare. Fede appena in tempo a nascondersi dietro una colonna prima di vedere un ghoul strascicarsi verso l'ingresso. Probabilmente l'apertura del cancello aveva insospettito gli attuali abitanti della Congrega. Lasciò allontanarsi la creatura prima di riprendere la propria avanzata. Avvicinandosi allo Studio sentì un vociare crescente provenire dalla Biblioteca. Con una mano appoggiata sulla porta dello Studio, appiattito contro la parete ne sondò l'interno. Vuoto. Perfetto. Sgattaiolò quindi all'interno della stanza, richiudendo la porta dietro di sè, si diresse a passi rapidi verso la scrivania del fu Arcimaestro ed iniziò febbrilmente a frugare nei cassetti finché la mano non sfiorò una superficie innaturalmente fredda e liscia, porcellana, ciò che stava cercando. Si sedette rapido sulla sedia di Leonatos ed iniziò a formulare l'incantesimo per attivarla. Gli ci volle più del previsto a causa delle misure di sicurezza previste dal proprietario originale ma alla fine riuscì ad attivarla, inviando un messaggio a tutti i Membri della Gilda.
"Amici, Colleghi, Fratelli, sono Xanathos, di quella che fu la Congrega Arcana. La nostra antica casa è caduta. Mi appello a tutti voi per riunirci e decidere cosa fare del nostro futuro. Chiunque di voi riceva questo messaggio mi cerchi a Lunthier per organizzare il recupero dei manufatti ostaggio dell'antica Sede e collaborare nella ricerca della nuova. Riuniamoci e doniamo nuovo lustro all'organizzazione che ci ha resi ciò che siamo. Vi attendo."
Un cigolio gli fece capire che non c'era più tempo. Chiuse la comunicazione così che il messaggio fosse inviato e infilò la sfera in una Borsa Conservante, quindi iniziò a recitare un incantesimo di Ancora Dimensionale. Una figura ammantata apparve sulla porta ma l'istante tra la reazione di sgomento e l'inizio del contrattacco fu abbastanza per permettere a Xanathos di terminare l'incantesimo, scomparendo, per ora.
|